Buongiorno a tutte e a tutti voi che passate di qua..
non me ne vogliateper questa lunga chiacchierata, ma..
oggi non ho nessuna ricetta da postare per commemorare questo giorno, perché non l’ho mai sentito molto vicino a me, vedo troppo il lato consumistico della giornata..
leggendo gli altri blog mi sono sentita parte intgrante di un qualcosa che va OLTRE la mera festa, ho sentito il caldo abbraccio di tutte voi.. GRAZIE!
Secondo me questa potrebbe essere l’occasione per incontrarsi tra amiche al caldo della propria casa e parlare di quello che ciascuna di noi sta attraversando in questo momento, per confrontarci, confortarci e aprire il nostro cuore alle altre in un giorno così particolare.. perché ciascuna di noi ha, purtroppo sempre tante cose da fare, una vita da vivere (direbbe qualcuno) e spesso non riusciamo a trovare materialmente il tempo per vedersi con le amiche, per cui ci accontentiamo di telefonate lampo, mail, sms o saluti su fb.. benedetta la tecnologia certo, però sento che ci ha private di qualcosa, del piacere di un pomeriggio passato davanti ad una tazza di tè a chiacchierare per esempio, o delle telefonate interminabili con la mamma che ogni tanto sbuca in camera sbottando “ancora lì sei? Ma la bolletta poi la paghi tu?”.. tempi lontani di adolescente che si riaffacciano alla mia memoria..
Ok! Oggi m’è presa così.. che vi devo dire? Non ho voglia di stare in cucina a far da mangiare, voglio stare qua appiccicata al pc a cercare un po’ di quel “contatto umano” che vedo scivolare via quando cammino per strada o parlo con gli amici..
Perché stiamo diventando un popolo di solitari con tanti amici nel web..
ARGH! Devo fare qualcosa.. disintossicarmi innanzi tutto e poi riallacciare fisicamente tutte le amicizie importanti che ho, cercando di dedicare a ciascuna di esse almeno un paio d’ore nell’arco di un mese.. sfida impossibile? A volte mi sembra di sì..
Tornando a voi.. ogni giorno sbircio nei vostri blog alla ricerca di ricette, curiosità e per conoscervi meglio e ad alcune mi sto veramente affezionando parecchio.. potessi vi abbraccerei tutte! Comunque ho trovato un paio di cose che sento il dovere di condividere qua perché mi hanno colpita.. e ve le riporto:
Rosita di Puffin in cucina ricorda così questo giorno dell’8 marzo:
“le origini di questa festa sono molto diverse......risalgono al lontano 1908, quando, pochi giorni prima del 8 marzo, a New York, le operaie dell'industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché il proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie prigioniere all'interno morirono bruciate dalle fiamme.
Quindi l'8 marzo è stata proposta come data per ricordare questo evento, per evitare il ripetersi di tutto ciò.....per ribadire le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne...che purtroppo ancora oggi sono inesistenti in molte parti del mondo.....una giornata in cui riflettere...”
Un GRAZIE ad Alessandro di Un papero in cucina per le sue parole di uomo e per la pazienza che, come molti uomini, ha nel sopportare quei giorni di "crisi femminile" che ci capitano!
Ringrazio anche Angela di Un pizzico di cannella perchè mi ha fatto incontrare questa poesia..
quanto è vera e quanto rispecchia ognuna di noi, nel bene e nel male! Leggendola mi son tornati alla mente tanti ricordi brutti e belli e riguardandoli tutti mi sono sentita viva..
così ho deciso di prenderla dal suo blog e portarla nel mio, per condividerla con tutte le persone che passeranno di qua!
Donne in rinascita
Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita.
Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta.
Che uno dice: è finita.
No, non è mai finita per una donna.
Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole.
Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina anti-uomo che ti fa la morte o la malattia.
Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame, peggio che a scuola.
Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà deciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare.
Così ogni giorno, e questo noviziato non finisce mai.
E sei tu che lo fai durare.
Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo; che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno s'infiltri nella tua vita.
Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu, poi soffri come un cane.
Sei stanca: c'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto.
Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa.
Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre: "Io sto bene così. Sto bene così, sto meglio così".
E il cielo si abbassa di un altro palmo.
Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasqua.
In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima ed è passato tanto tempo, e ne hai buttata talmente tanta di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio perché non sai più chi sei diventata.
Comunque sia andata, ora sei qui e so che c'è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento.
Dovunque fossi, ci stavi stretta: nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine.
Ed è stata crisi, e hai pianto.
Dio quanto piangete!
Avete una sorgente d'acqua nello stomaco.
Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino.
Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo.
E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l'aria buia ti asciugasse le guance?
E poi hai scavato, hai parlato, quanto parlate, ragazze!
Lacrime e parole. Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore.
"Perché faccio così? Com'è che ripeto sempre lo stesso schema? Sono forse pazza?"
Se lo sono chiesto tutte.
E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia, a due, a quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli. Un puzzle inestricabile.
Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi?
E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai.
Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti.
Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova te.
Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa.
Non puoi più essere quella di prima. Prima della ruspa.
Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente.
Innamorarsi di nuovo di se stessi, o farlo per la prima volta, è come un diesel.
Parte piano, bisogna insistere.
Ma quando va, va in corsa.
E' un'avventura, ricostruire se stesse.
La più grande.
Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di capelli.
E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai.
Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti.
Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova te.
Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa.
Non puoi più essere quella di prima. Prima della ruspa.
Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente.
Innamorarsi di nuovo di se stessi, o farlo per la prima volta, è come un diesel.
Parte piano, bisogna insistere.
Ma quando va, va in corsa.
E' un'avventura, ricostruire se stesse.
La più grande.
Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di capelli.
Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo "sono nuova" con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo.
Perché tutti devono capire e vedere: "Attenti: il cantiere è aperto, stiamo lavorando anche per voi. Ma soprattutto per noi stesse".
Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia.
Per chi la incontra e per se stessa.
È la primavera a novembre.
Quando meno te l'aspetti...
Perché tutti devono capire e vedere: "Attenti: il cantiere è aperto, stiamo lavorando anche per voi. Ma soprattutto per noi stesse".
Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia.
Per chi la incontra e per se stessa.
È la primavera a novembre.
Quando meno te l'aspetti...
Testo originale Diego Cugia, alias Jack Folla
GRAZIE a ciascuna di voi, perchè con le vostre ricette, i vostri pensieri mi allargate il cuore e mi tenete compagnia e mi fate sentire parte di un qualcosa..
Un abbraccio e un bacione a tutte,
Paola
bellissimo post complimenti!!!!
RispondiEliminaè vero, purttroppo si vede il lato consumistico di qst giornata, ma secondo me festeggiata come si deve, aiuta a ricordare quella parte di storia a molti sconosciuta e a ricordare quelle donne che fino ad oggi hanno dato davvero tanto per l'umanità!!!!
baci
enza
grazie Paola...hai ragione spesso la vita frenetica e tecnologica ci fa dimenticare quanto è bella la compagnia e goderci una bella chiacchierata con gli amici cari o con i propri familiari...bello il tuo post!!
RispondiEliminaun abbraccio!!!!
Bello e sentito questo post tesoro.
RispondiEliminaOggi l’8 marzo è diventato solo una festa consumistica, per questo non l’ho mai sentito. Sarebbe il caso di riscoprirne la vera e ricordare chi ha lottato tanto per le conquiste di cui tutte noi oggi!!!!
Un bacione
Auguri ma non solo oggi ma sempre! per me è così!
RispondiEliminabaci
Anna
Auguri cara Lady! Piacere di conoscere te e il tuo splendido blog! Un bacio a presto!
RispondiElimina